|
Stefano
Benni Saltatempo Relazione
del libro
Saltatempo è uno dei più apprezzati romanzi di Stefano Benni, nato a Bologna
il 12 agosto 1947. Giornalista, scrittore e poeta, ha collaborato e collabora
con numerose testate, come Manifesto, Cuore e Panorama, Repubblica e MicroMega.
Il suo primo libro, Bar Sport, è uscito da Mondadori nel 1976. Da allora la sua
produzione ha spaziato dai romanzi, ai racconti, alle raccolte di poesie, al
teatro, e perfino al cinema. Presso l'editore Feltrinelli, dopo la raccolta di
poesie satiriche "Prima o poi l'amore arriva" (1981), ha pubblicato il
romanzo satirico-fantascientifico "Terra!" (1983), "I
meravigliosi animali di Stranalandia" (1984) e "Comici spaventati
guerrieri" (1986). I lavori seguenti sono una continua crescita, con la
composizione di opere di carattere fantastico fortemente legate alla situazione
politica e sociale contemporanea.
Tra di queste c’è “Saltatempo”, libro attraverso il quale l’autore
bolognese riesce davvero a sorprendere il lettore. Si tratta infatti di un
autentico romanzo di formazione, emozionante e palpitante, che è anche romanzo
fieramente politico; mentre la componente fantastica, pur presente, è senza
dubbio marginale, contrariamente a quanto io pensassi al momento
dell’acquisto.
L'ironia, i giochi di parole e lo stravolgimento surreale della realtà sono le
note caratteristiche della poetica di Benni, ma questo romanzo utilizza questi
stessi strumenti senza dare loro il predominio nel testo, ma subordinandoli alla
storia.
Benni ci racconta, infatti, senza presunzione né moralismo, ma con grande onestà,
un po’ di Storia d’Italia; quella stessa fetta di Storia così poco
frequentata, forse solo per pigrizia, nelle scuole del nostro Paese.
L’autore, infatti, è riuscito a dire in forma di narrazione cosa è accaduto
in questi ultimi anni in Italia, impresa che pareva non possibile senza cadere
nel dottrinale. La storia di un ragazzo che cresce negli anni definiti della
"contestazione collettiva", tra il paese e la città, tra i grandi
eventi della storia sociale e quelli minuscoli e quotidiani della vita di un
paesino di montagna.
“Saltatempo” è un romanzo narrato in prima persona che si colloca dalla
seconda metà degli anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta e precisamente
ai giorni immediatamente successivi alla strage di Piazza Fontana.
È orfano di madre, sebbene si ripeteranno più volte negli anni gli incontri
sulla sponda del fiume con quella donna pallida che il bambino riconosce dalla
fotografia posata sul comodino del padre. Quest’ultimo, falegname, comunista e
gran bevitore, riesce a dare al bambino il senso vero dell'essere famiglia.
Circondato da figure di un'umanità semplice, autentica e solidale, infatti,
Saltatempo trascorre un'infanzia ricchissima, nella sua povertà. Vive un
contatto con la natura capace di costruirgli una cultura delle cose che nessun
bambino di città potrà possedere e che negli anni successivi la speculazione,
l'avidità, gli interessi privati toglieranno anche ai bambini di campagna.
Quell'oasi di serenità viene inondata non solo da costruzioni che deturpano e
devastano, ma anche da nuovi flagelli: la droga, che fa breccia tra i più
deboli e l'usura che, in nome del dio denaro, trasforma le coscienze dei
paesani.
La grande, straordinaria manifestazione di cittadini che segue quel tragico 12
dicembre pone delle domande, e qui sembra davvero che non sia Saltatempo, ma
l'autore in prima persona a parlare.
Per concludere, ho trovato “Saltatempo” un libro assolutamente fantastico,
scritto in un italiano perfetto, intelligente e pieno di sagace ironia. E'
proprio il caso di dire che la penna di Benni è tagliente come un'arma, e non
risparmia nessuno.
Ci sono molti aspetti per cui lo consiglierei a chiunque: uno è sicuramente
l'aspetto linguistico: Benni è un saltimbanco della lingua italiana, la doma e
se la gioca a suo piacimento con risultati assai fini e ammirevoli; ad esempio,
tutti i nomi dei personaggi sono scelti accuratamente, un po’ come si faceva
un tempo nelle fiabe. In secondo luogo, poi, la bellissima descrizione della
crescita di un’intera nazione vista dall'ottica di un piccolo paese stravolto
da cambiamenti immensamente più grandi. |