I Promessi Sposi
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Genesi dell'opera

L'opera "I promessi sposi" di Alessandro Manzoni rientra nel genere del romanzo storico, ed è considerata tra i maggiori scritti della letteratura italiana.

La prima edizione dell'opera risale al 1821. Intitolata "Fermo e Lucia", presentava personaggi ed episodi diversi dal racconto definitivo, ed era scritta in un miscuglio confuso di lingue e dialetti, tra lombardo, toscano, francese e anche latino.

Una seconda edizione dell'opera fu pubblicata da Manzoni nel 1827, con il titolo di "I Promessi Sposi, storia milanese del sec. XVII, scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni", e riscosse notevole successo.

Manzoni non era, tuttavia, soddisfatto del risultato ottenuto, poiché ancora il linguaggio dell'opera era troppo legato alle sue origini lombarde. Nello stesso 1827 egli si recò, perciò, a Firenze, per risciacquare - come disse - i cenci in Arno, e sottoporre il suo romanzo ad un'ulteriore e più accurata revisione linguistica, ispirata al modello fiorentino. Tra il il 1840 e il 1842, Manzoni pubblicò quindi la terza ed ultima edizione de "I promessi sposi", quella cioè a cui oggi si fa normalmente riferimento.

Trama

Due contadini di un villaggio nei pressi di Lecco sono alla vigilia del matrimonio. Il curato del paese, don Abbondio, durante la sua solita passeggiata serale, viene minacciato da due bravi (sgherri di un potente), inviati da don Rodrigo, signorotto del paese, che concupisce Lucia, perché non celebri il matrimonio tra lei e Renzo.

Spaventatissimo, don Abbondio cede subito. Il giorno dopo imbastisce delle scuse a Renzo per "rinviare" il matrimonio, approfittando della sua ignoranza. Ma Renzo, parlando con

Intanto Agnese propone ai due promessi un matrimonio a sorpresa, pronunciando davanti al curato le frasi rituali alla presenza di due testimoni. Con molte riserve da parte di Lucia, il piano viene accettato quando fra Cristoforo annuncia il fallimento del suo tentativo di convincere Don Rodrigo ad abbandonare i suoi sciagurati propositi. Intanto don Rodrigo medita il rapimento di Lucia, e una sera dei bravi irrompono in casa sua, che però trovano deserta: Lucia, Agnese e Renzo sono a casa di don Abbondio per tentare di sorprenderlo, ma falliscono, e devono riparare al convento di fra Cristoforo, perché nel frattempo sono venuti a sapere del tentato rapimento.

Il frate manda i tre a Monza. A quel punto Renzo proseguirà per Milano e Lucia e Agnese troveranno rifugio in un convento,dove spadroneggia la Signora (la Monaca di Monza), che era stata costretta a quella vita dal padre.

Renzo, a Milano, invece di ricoverarsi nel convento indicatogli dal padre Cristoforo,si lascia attrarre dai tumulti scoppiati in quel giorno per il rincaro del pane. Renzo si fa trascinare dalla folla e pronuncia un discorso dove critica la giustizia, che stava sempre dalla parte dei potenti. È tra i suoi ascoltatori un birro in borghese, che cerca di condurlo in carcere ma Renzo, stanco, si ferma in un'osteria, dove il birro viene a conoscenza, con uno stratagemma, del suo nome. Andato via costui, Renzo si ubriaca e fa nuovi appelli alla giustizia con gli altri avventori. L'oste lo mette a letto e corre a denunciarlo. Il mattino dopo Renzo viene arrestato ma riesce a fuggire e si rifugia a Bergamo, nella Repubblica di Venezia, da suo cugino Bortolo, che lo ospita e gli procura un lavoro. Intanto la sua casa viene perquisita

Don Rodrigo chiede aiuto all'Innominato, potentissimo e sanguinario signore, che però da qualche tempo matura una crisi di coscienza. Costui fa rapire Lucia da Egidio, con la complicità della Signora, sua amante, e Lucia viene portata al castello dell'Innominato, che il giorno dopo decide di andare a parlare al cardinale Federigo Borromeo. Il colloquio sconvolge l'Innominato, che si impegna a cambiare vita e per prima cosa libera Lucia, che viene ospitata da signori milanesi amici del Borromeo. Intanto il cardinale rimprovera duramente don Abbondio per non aver celebrato il matrimonio. Poco dopo scendono in Italia i lanzichenecchi, mercenari tedeschi che combattono nella guerra di successione al Ducato di Mantova, che mettono a sacco il paese

Con i lanzichenecchi entra in Italia la peste; se ne ammalano Renzo, che guarisce, e don Rodrigo, che viene tradito e derubato dal Griso, il capo dei suoi bravi. Renzo,guarito, torna al paese per cercare Lucia, preoccupato dagli accenni fatti da lei per lettera a un suo voto di castità fatto quando era dall'Innominato, ma non la trova, e viene indirizzato a Milano, dove apprende che si trova nel lazzaretto, il luogo dove venivano isolati gli appestati. Qui trova anche padre Cristoforo, che scioglie il voto di Lucia, e don Rodrigo morente.

La vicenda si conclude con un lieto fine: i due promessi tornano al paese, si sposano e si trasferiscono nel Bergamasco dove mettono su una numerosa famiglia.