Caratteri del Medioevo
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Esponi i caratteri storici, sociali e culturali tipici del Medioevo, con riferimento ad autori ed opere.

Scaletta

1. Introduzione: definizione di Medioevo                                  

2. Aspetti storici

           - poteri universali:

-         Impero (Feudalesimo)

-         Chiesa

3. Aspetti sociali

           - società piramidale a caste chiuse

           - calo demografico

           - economia di sussistenza

4. Aspetti culturali

           - primi documenti in lingua volgare

-         Giuramenti di Strasburgo (francese)

-         Indovinello veronese (italiano)

           - centri culturali

                           -         monasteri

           - correnti di pensiero

-         Scolastica ed Enciclopedismo

-         corrente Mistica

-         Trascendenza, Ascetismo, Misticismo

-         Naturalismo

-         Allegorismo

           - generi letterari

-         Commedia

-         Summa

-         Agiografia

-         Exemplum

-         Storiografia

-         Poesia goliardica

5. Età Cortese

           - figura del cavaliere

-         fedeltà all’imperatore (Chanson de Roland)

-         grande religiosità

-         amor cortese (Chretièn de Troyes)

6. Conclusione: Medioevo, non solo un’età buia.

Svolgimento

Il Medioevo rappresenta l’età di mezzo tra quella antica, caratterizzata dalla cultura classica latina, e quella umanistico-rinascimentale, di visione più moderna.

Esso viene diviso in due parti: Alto e Basso Medioevo; ma fino ad ora ci siamo soffermati esclusivamente sullo studio delle opere letterarie appartenenti al primo periodo.

Per quanto riguarda gli aspetti storico-politici, l’Alto Medioevo vede l’affermarsi del principio di potere “universale”, rivolto cioè a tutti o comunque a molti uomini.

Con la fine dell’Impero Romano nel 476, infatti, si sente il bisogno di ricreare un potere stabile e forte come era stato quello latino. Così, nella notte di Natale dell’800, viene fondato da Carlo Magno il Sacro Romano Impero. Esso si basa su un sistema ripreso dai popoli nordici di tipo piramidale alla cui cima si trova l’imperatore e a cui  viene subordinata un’aristocrazia militare (vassalli) e religiosa (vescovi). Alla base della piramide si trovano come sempre il popolo ed infine i servi della gleba, contadini sfruttati dai proprietari terrieri come veri schiavi.

A quello imperiale si oppone però un altro forte potere universale: quello della Chiesa, che vede nel periodo medievale quello di massima influenza sia sullo sfondo politico, sia su quello culturale.

Per quanto riguarda la società, occorre ricordarne la rigorosa struttura a caste chiuse; questo significa che un semplice popolano non sarebbe mai potuto diventare vescovo né tantomeno vassallo.

Inoltre è necessario accennare all’economia del tempo che, esclusivamente di sussistenza, era una delle principali cause del calo demografico.

Oltre ai forti cambiamenti in ambito politico, il Medioevo portò naturalmente grandi stravolgimenti anche culturali. Primo fra tutti è l’avanzarsi di nuove lingue in tutta Europa: con la caduta dell’Impero Romano, infatti, il latino comincia lentamente ad essere soppiantato da diversi dialetti locali e finisce per essere utilizzato solamente dalla Chiesa che ha contribuito a portarlo immutato fino ai nostri giorni.

I primi dialetti di cui si abbia testimonianza sono quelli nati in Francia e divenuti vere e proprie lingue: quelle “d’oc” e “d’oil”. In particolare, il primo documento in volgare francese risale all’842: si tratta dei “Giuramenti di Strasburgo”, proclamati dai due successori di Carlo Magno di fronte ai loro eserciti.

Per quanto riguarda i documenti in volgare italiano, invece, il più antico finora ritrovato è l’”Indovinello veronese” che allude chiaramente all’attività dello scrivere. Questo documento, però, come il precedente, rappresenta ancora una fase di transizione: la lingua, infatti, non è di certo il latino, ma non è ancora italiano vero e proprio.

Lo sviluppo di queste nuove lingue non era dovuto solamente al crollo dell’Impero Romano: il popolo poco istruito ed estraneo alle culture circostanti sviluppava infatti in ogni zona una propria lingua.

Nel periodo medievale è infatti caratteristica la funzione dei monasteri rimasti come unici centri in cui, all’interno di biblioteche accessibili per pochi, veniva gelosamente custodita la cultura.

Nonostante si creda sia un periodo di stallo culturale, il Medioevo vede il succedersi di numerose correnti di pensiero. Prima tra tutte è l’Enciclopedismo che sosteneva come i veri sapienti, per essere tali, dovessero conoscere tutta la realtà; ma anche che tutte le scienze dovevano sottostare alla Teologia, cioè la scienza di Dio.

Questo pensiero viene portato avanti tra il 1100 e il 1200 dalla Scolastica, una scuola filosofica che, basandosi sulla figura di Aristotele, sostiene come la fede cristiana possa essere basata sui fondamenti della ragione. Esponente più in vista di questa scuola è Tommaso d’Aquino, un frate domenicano.

A questa corrente se ne oppone però un’altra, quella Mistica che, sulle basi di Sant’Agostino e Platone, afferma che la fede non ha invece niente a che fare con la ragione. A portare avanti questa teoria è invece Bonaventura da Bagnoregio, un frate francescano.

La visione medievale si fonda anche su altri concetti: secondo la Trascendenza di Dio, ad esempio, il mondo viene visto come un’apparenza imperfetta e passeggera poiché l’unico fine della vita umana è in cielo.

È necessario però, per salvarsi dal peccato terreno, distaccarsi da tutti i falsi beni, rinunciare ai piaceri, mortificare la carne, meditare e pregare. Da queste pratiche dette “ascetiche” proviene senza dubbio il disprezzo del mondo e della vita terrena che caratterizza in parte l’età medievale.

Infine, attraverso le rinunce previste dall’Ascetismo, si raggiunge un atteggiamento misticista secondo cui il proprio io arriva ad annullarsi tanto che l’anima si trova in una forma di beatitudine che anticipa quella eterna.

Naturalmente c’è chi si oppone a queste visioni estremamente negative: i francescani, ad esempio, adoravano la natura e tutte le creature poiché sostenevano che il Creato “porta significazione del Creatore”. Si tratta quindi di una visione del tutto naturalista.

L’ultima corrente di pensiero analizzata è l’Allegorismo. L’uomo medievale, infatti, leggeva in ogni fenomeno naturale una manifestazione divina. È per questo che nacquero particolari opere come i bestiari, gli erbari e i lapidari in cui venivano esplicati i significati simbolici e morali della natura, spesso del tutto inventati. 

Su queste correnti culturali si svilupparono di conseguenza numerosi generi letterari: l’Enciclopedismo portò alla nascita della Commedia, una grande enciclopedia in cui si trova tutto il sapere dell’autore. Un grande esempio di Commedia è senza dubbio quella di Dante.

È frequente anche l’uso di Summae in cui l’autore utilizza il suo sapere per uno scopo puramente filosofico: questo genere è molto usato ad esempio da Tommaso d’Aquino per sostenere le sue tesi filosofiche.

Il genere più tipico, però, è forse l’Agiografia, cioè il racconto delle vite dei santi; seguito dall’Exemplum, un racconto di vicende esemplari che ha finalità morali e a cui spesso attingevano persino i predicatori.

Generi minori sono la Storiografia, che narra le vicende storiche ricostruite attraverso lo studio dei documenti, e la poesia goliardica che , di carattere profano, si oppone in modo satirico alla rigida letteratura religiosa, esaltando i piaceri terreni.

Tuttavia la letteratura medievale non si ferma solamente a questi generi letterari; a partire dal 1000, infatti, si sviluppa in Francia un nuovo ceto guerriero: la cavalleria. È proprio a questa nuova categoria sociale che si ispirano altri due generi: il romanzo cavalleresco e la “Chanson de geste”.

Il più classico esempio di quest’ultima è sicuramente la “Chanson de Roland” che, diffusasi in Francia nel 1100 e scritta in lingua “d’oil”, narra le avventure di Orlando, paladino di Carlo Magno.

Nel brano che abbiamo analizzato in classe viene narrato il momento della morte del protagonista. Egli è rappresentato sotto due diversi punti di vista: da una parte come il fedele vassallo che darebbe la sua stessa vita per l’imperatore e che per lui ha conquistato moltissime terre; dall’altra come un perfetto cristiano che, come premio per il suo grande valore, viene condotto in paradiso dagli angeli.

Un esempio di romanzo cavalleresco è invece il “Lancillotto” scritto dal celebre poeta francese Chretièn de Troyes. In questa opera compare un nuovo particolare esclusivamente medievale: l’amore cortese. Gli elementi caratterizzanti di questo nuovo e particolarissimo sentimento sono: il culto della donna, vista come essere sublime e irraggiungibile; la posizione di inferiorità in cui l’uomo si poneva nei confronti della donna; l’amore inappagato, poiché la donna è spesso irraggiungibile, ed infine l’amore adultero, poiché il matrimonio veniva visto come un semplice contratto, mentre il vero amore era quello tenuto segreto dagli amanti.

Per concludere occorre affermare come il Medioevo sia, nonostante tutti  i pregiudizi comuni, un’età culturalmente ricca al pari delle altre e perciò anche degna di attenzione e di approfondimento.