Andreuccio da Perugia
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DECAMERON

Andreuccio da Perugia

Riassunto

Andreuccio, dopo aver girato per il mercato tutto il giorno e mostrato ingenuamente a tutti il suo denaro per confermare le sue intenzioni di acquirente, è invitato a casa di Madonna Fiordaliso, una giovane donna di malaffare. Quest'ultima mette in scena una storia secondo cui i due sarebbero figli dello stesso padre che, dopo aver vissuto una breve storia d'amore con una donna palermitana, sarebbe scappato a Perugia e avrebbe lasciato sola alle proprie responsabilità la donna rimasta incinta di Fiordaliso.

Andreuccio, credendo in pieno alla farsa, rimane in quella casa per trascorrervi la notte.

La contentezza della donna per aver incontrato inaspettatamente un parente tanto stretto, però, dura poco, poiché, appena la donna può, aiutata dal Caso, chiude fuori casa Andreuccio privo di tutte le sue vesti e dei suoi soldi.

Girovagando nella notte, il giovane disperato si imbatte in due uomini che lo coinvolgono nel furto delle ricchezze con cui era stato ornato il corpo di un arcivescovo morto, tra le quali dovizie era anche un prezioso anello con un rubino incastonato.

Dopo un istante di tensione in cui il povero mercante rimane chiuso dentro il sarcofago dell 'arcivescovo morto, la storia termina con un lieto fine, poiché Andreuccio riesce ad andarsene con il rubino che vale molto più di quanto gli era stato rubato da Madonna Fiordaliso durante la nottata passata a casa sua.

Commento contenutistico

Il brano analizzato è tratto dal Decameron di Boccaccio; in particolare dalla seconda giornata il cui tema sono le avventure a lieto fine, il caso e l'ingegno.

La quinta novella della giornata, narrata da Fiammetta, ha come protagonista Andreuccio da Perugia, un giovane sprovveduto che, venuto a Napoli per comprar cavalli, vive una complicata ed emozionante avventura.

Riguardo allo spazio e al tempo, si può dividere la storia in quattro parti: inizialmente le azioni si svolgono tra le strade della fiera di Napoli, alla luce del sole; la vicenda prosegue poi a casa di Madonna Fiordaliso (in serata) per poi tornare sulle vie della città; ma questa volta in piena notte. L'epilogo coincide non casualmente con il sorgere del nuovo sole, che illumina tutti e rasserena gli animi. Infatti, dopo essere stato tempestato da un susseguirsi di disavventure notturne, con il nuovo giorno il malcapitato riesce a ritrovare la strada per il suo albergo. E' li che fa ritorno con il prezioso rubino che era riuscito a rubare dopo essere astutamente uscito dal sarcofago nel quale era stato chiuso dai due ladri.

Per quanto riguarda invece l'ambientazione, la città è, come in genere in ogni novella del Decameron, un' importante presenza, come sede della vicende quotidiane del vivere, con le sue case e le sue strade piene di vario spettacolo di vita.

La voce del narratore ha una particolare incidenza sul piano del discorso. È un narratore onniscente, che spesso interviene giudicando l'ingenuità e gli errori dell'eroe nel corso dell'azione.

La presenza del narratore è però discreta: non interviene mai a preannunciare svolgimenti e soluzioni della vicenda. Il racconto è spesso focalizzato sul protagonista: nei momenti cruciali seguiamo gli avvenimenti secondo il suo punto di vista. Questa situazione è essenziale per creare il clima di ambiguità, sospensione e sorpresa che domina l'intreccio e fa sentire l'incidenza del l 'imprevedibilità della Fortuna.

Il protagonista della novella è quindi Andreuccio. Questo giovane perugino può parere a prima lettura uno sciocco, ma in realtà è soltanto un inesperto, che però, nel corso della

vicenda, riesce a scaltrire il suo ingegno. Si tratta di un'apprendista-mercante, mai stato fuori di casa, che in una sola notte acquista l'esperienza necessaria per destreggiarsi nella grande

foresta dei traffici ed aguzza l'ingegno assai più di quel che avrebbe potuto immaginare mentre accozzava cavalli sulla piazza del mercato.

All'inizio del racconto Andreuccio  infatti un ragazzo ingenuo e credulone: se ne va in giro tenendo in bella vista il suo denaro e crede alle parole della ragazza che si finge sua sorella senza prima cercare qualcosa che confermi quello che dice. Alla fine della novella, però, ritroviamo un Andreuccio che ha imparato a diffidare delle persone. Questo suo cambiamento,

questa sua "crescita" e diffidenza nei confronti del mondo avviene tramite dei riti di iniziazione. Si può dire infatti che il protagonista affronti tre prove: la prima, quando viene derubato e si ritrova nella casa del brigante Scarafone, la seconda, quando rimane in fondo al pozzo legato ad una corda, ed infine l'ultima, ovvero quando i due ladri lo rinchiudono nel sarcofago dell' arcivescovo.

Per questi motivi si può parlare di questa novella come di un racconto di formazione, perché Andreuccio viene guidato verso la maturità ed iniziato alla vita mercantile.

Nella novella, antagonista dell' eroe è la Fortuna o Caso che fa di Andreuccio, nel corso di poche ore, un ingannato e un ingannatore, un derubato e un furfante, un mercante che va a comprare cavalli e un ladro che invece si arricchisce di gemme.

Contro la Fortuna, come in ogni novella del Decameron, si pone l'arditezza degli uomini:

inizialmente il Caso si accanisce su Andreuccio solo perché questi non è in grado di contrastarla. Al termine, invece, la Fortuna salva Andreuccio dal morire soffocato nella tomba; ma solo

perché questi sa cogliere prontamente l'occasione che gli è offerta.

Commento stilistico

Il periodi presenti nel brano sono di registro ipotattico, cosa che ha reso la lettura molto difficoltosa unita alla particolare costruzione delle frasi, che rispecchia molto quella latina (es:verbo all'ultimo posto).

Le sequenze più frequenti sono senza dubbio quelle narrative e dialogiche, mentre c'è poco spazio per le pause descrittive.

Tra le tecniche narrative utilizzate per riprodurre pensieri e parole dei vari personaggi, distinguiamo principalmente il discorso diretto, ma tutta la storia ci è presentata indirettamente dal narratore.

Il linguaggio utilizzato non è del tutto semplice soprattutto perché molti termini, pur esistendo tutt'ora, hanno assunto un significato del tutto differente. Ad esempio ho sottolineato i termini "caso" (caduta), "rigido" (aggressivo) e "presto" (pronto).

Altri termini complessi da evidenziare sono quelli del gergo mercantile, come "trattato" (trattativa di compravendita), oppure termini che ormai risultano aulici: "suspicare" (sospettare), "servigiali" (serve), "oggimai" (ormai) e "putendo" (puzzando).